domenica 22 gennaio 2012

Aldo De Berardinis 1922


Aldo De Berardinis

Aldo De Berardinis di Giovanni e Grazia Di Bonaventura [Foglio caratteristico e matricolare n.16809: Soldato di leva classe 1922 Distretto Teramo e lasciato in congedo illimitato lì 1 febbraio 1941. Chiamato alle armi e giunto lì 31 gennaio 1942 nel Dep. 10° Rgt Artigl. di C.A. quale predesignato per il Dep. 14° Artiglieria G.a.F. Tripoli-Napoli lì 1 febbraio 1942. Tale partito per la Grecia via terra lì 12 settembre 1942. Tale giunto in Atene lì 20 settembre 1942. Tale presso il 2° Rgt Art. Contraerea. Catturato dai tedeschi in Grecia e condotto in Austria lì 9 settembre 1943. Liberato dalla prigionia e rientrato in Italia lì 2 luglio 1945. Concessa licenza straordinaria con assegni gg.60.

Nessun addebito può essere elevato in merito alle circostanze della cattura e al comportamento tenuto durante la prigionia di guerra (Verbale in data 5.12.1945 della Comm.ne Interrogatrice del D.M. di Teramo)…collocato in congedo illimitato lì 4 luglio 1946. Ha partecipato dal 18.11.1942 alle operazioni di guerra svoltesi in Balcania (territori greci-albanesi) col 2° Reggimento Artigl. Contraerei. Ha titolo all'attribuzione di tutti i benefici di guerra a favore dei combattenti, ai sensi dell'articolo 6 del D.L: 4/3/1948, n.137 perché prigioniero dei tedeschi dal 9.9.43 al 8.5.45 trattenuto dalle FF.AA. alleate fino al 2.7.45]
Il nipote di Aldo, signor Walter De Berardinis, instancabile ricercatore, appassionato studioso e attento collezionista, ha raccolto queste informazioni: "Mentre mio padre ancora doveva essere chiamato alle armi, senza sapere cosa lo aspettava, la chiamata arrivò per il fratello maggiore, Aldo. Era il fratello maggiore, dopo la scomparsa prematura sotto le armi del fratellastro, ad Udine. Mio zio, alla fine di dicembre del 1941, viene chiamato alle armi, erano già 7 mesi che l'Italia era in guerra contro la Grecia. Finalmente il 31 gennaio del 1941 arriva la destinazione nel 10° Reggimento Artiglieria di Corpo D'Armata, con destinazione Napoli-Tripoli. Poi, stranamente, fu destinato nell'area balcanica, per l'esattezza la Grecia. Ed infatti, partì via terra il 12 settembre ed arrivò in Grecia il 20 settembre, nella capitale, Atene. Fu subito incorporato nel 2° Reggimento Artiglieria Contraerea, già dal 12 settembre. Quando arrivarono le notizie della caduta del capo dello stato, Benito Mussolini, tra i suoi commilitoni scoppiò un augurale segno di cambiamento, ma che alla fine non arrivò. Intanto, la truppa comincio ad allentare il rispetto delle regole militari, facendo non poco preoccupare i superiori, ma anche i camerati germanici. Dopo l'annuncio alla radio, che era stato firmato l'armistizio con gli alleati, il comando tedesco di stanza nei balcani, diede l'ordine di fermare ed incarcerare tutti i soldati italiani. Era il 9 settembre del 1943, quando mio zio insieme ad altri fu tratto in arresto e stipato in uno dei tanti convogli che partivano per il nord (Grecia-Albania-Jugoslavia). In Austria, fu portato in uno dei campi di concentramento che i tedeschi avevano allestito. Stalag, questo il loro nome. Il trasferimento in treno non avvenne su carrozze come oggi, ma stipati in vagoni merci. I convogli erano poco sorvegliati dai soldati, ma quei pochi presenti si facevano rispettare. Non solo, quando facevano delle soste tecniche e per causa di forza maggiore, come attacchi dei partigiani ed attacchi aerei, la gente del posto li rifocillava, senza peraltro creare problemi alla milizia che li sorvegliava. I tedeschi, per evitare brutte sorprese durante il viaggio, lasciarono agli ufficiali e sotto-ufficiali le pistole d'ordinanza per far credere che una volta giunti a destinazione, sarebbero stati liberati. Arrivati in uno dei tanti campi, furono chiamati con la sigla I.M.I. - Internati Militari Italiani - cioè rispetto al prigioniero di guerra erano più declassati. Poi, dopo la liberazione da parte degli alleati, tornò a Giulianova, nella sua famiglia di Colleranesco, con mezzi di fortuna, a piedi, camion e corriere. Prima di morire, tornò agli inizi del 2000, in una delle tante isole della Grecia insieme alla sua consorte Silvia Maiorani anche lei di Colleranesco che, nel 1945 aveva sposato."
La moglie di Aldo, signora Silvia Maiorani, ricorda le tante lettere che l'allora fidanzato Aldino le scriveva e lei con fatica ed emozione le traduceva prima e poi si impegnava a rispondere a tutte quante; tuttavia le lettere arrivavano sempre aperte, e talvolta non arrivavano affatto. Soltanto una lettera non conserva più, strappata e bruciata dallo stesso Aldino al suo ritorno. Infatti quella volta i toni delle notizie erano stati più disperati che mai, Aldino vi raccontava la sua sofferenza fisica ed il pericolo che lo circondava a seguito della prolungata prigionia e vi esprimeva il timore di non sapere se sarebbe riuscito a tornare vivo a casa; così Aldino augurava a Silvia un futuro più sereno e felice, avrebbe potuto tranquillamente rovarsi e uscire con un altro fidanzato che lui non si sarebbe arrabbiato. Vi fu poi il sospirato e insperato rimpatrio, il ritorno a Colleranesco e l'amara scoperta di trovare Silvia con un altro ragazzo: "gli si finì il mondo" racconta Silvia. La reazione di Aldino fu decisa e travolgente: in cento pezzi la lettera con la quale Silvia spiegava le sue ragioni e un incontro ravvicinato che fece allontanare il nuovo pretendente. Silvia ed Aldino si sarebbero sposati poco dopo, con rinnovato amore, e precisamente il 16 settembre 1945. Tra i tanti racconti delle vicende della vita militare, la signora Silvia ricorda che durante la prigionia Aldino veniva talvolta costretto a zappare e guai a fermarsi, veniva fatto riprendere a frustate; i tedeschi sottoponevano ad un duro ed estenuante lavoro i prigionieri italiani, dalla mattina alla sera, rendendoli sempre più affamati e debilitati. Durante la notte i prigionieri, Aldino compreso, andavano a racimolare tra i bidoni della immondizia le bucce di patate. Un ulteriore episodio riguarda una fuga tentata da Aldino assieme ad un amico di Padova, Bruno Scarparo; Silvia non ricorda bene le precise circostanze, ma dice che un soldato armato (probabilmente un tedesco) era venuto ad avvisare i militari italiani che l'indomani sarebbero stati spostati da quella caserma. Fiutando il pericolo, la notte Aldino e l'amico decidono di scappare, scendono per una scarpata e si nascondono dentro ad una siepe di rovi; mentre sul fare del mattino sono in corso le perlustrazioni per scovarli, l'amico Bruno ha un colpo di tosse e Aldino, spaventatissimo, gli spinge una zolla di terra in bocca per soffocare il rumore. Spesso le vicende che Aldino narrava erano tragiche e dolorose, ma lui sapeva trasformale nei suoi racconti quasi si trattasse di favole con le quali incantava i figli ed i nipoti.

sabato 13 settembre 2008

Roberta De Berardinis, manager dei vip

Gianni De Berardinis, da Wikipedia





Gianni De Berardinis
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Gianni De Berardinis (Pescara, 19 dicembre 1955) è un disc jockey, produttore discografico, presentatore televisivo, autore musicale e talent scout italiano.
Gianni de Berardinis inizia la sua carriera nel 1975 a Radio Luna e crea nuovi programmi per l'etere e per le nascenti radio libere. Gianni inventa il personaggio radiofonico di Gianni California. Il programma Country Rock and western music ( uno show di sola musica made in Usa che avrà molto successo in cronaca locale e poi nazionale nel Radio Luna Network)
Passa successivamente al microfono di RAI settore radio, qui intervista e promuove nuovi talenti della RCA italiana, "giovani artisti" con le carte in regola che diventeranno presto stars : Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Ivano Fossati,Rino Gaetano, Ivan Graziani, Ron, Perigeo, Riccardo Cocciante...
Vince il Concorso animatori di Radio Montecarlo ed entra "on air" come nuova voce per la storica emittente monegasca. Trasmette musica ed informazione in onde medie da Montecarlo,Principato di Monaco per circa 3 anni, poi viene reclutato da RaiUno per condurre lo show Discoring con Jocelyn dal 1981-1982.
Nuovi impegni televisivi seguono a questo:
Popcorn a Canale 5 (con Claudio Cecchetto e Stefania Mecchia)
Buona Domenica con Maurizio Costanzo
La notte contro i razzismi per RaiDue con Antonella Clerici
Tournée per RaiDue con Elisabetta Ferracini
Caffè Italia per Odeon TV (il primo magazine interamente dedicato alla musica italiana) scritto e prodotto da Gianni De Berardinis.
Ha composto canzoni e musica in collaborazione con Shel Shapiro, Kaballà, Claudio Guidetti, Massimo Bubola, Ronnie Jones, Patrizia Di Malta, Stefano Pulga, The Band of Jocks...E' chitarrista acustico.
Direttore artistico e conduttore del "Pigro - omaggio ad Ivan Graziani", conduce "L'Isola in Collina" di Luigi Tenco a Ricaldone, presenta "Acusticamente" alla Stazione Leopolda" di Firenze, e il "Recanati Forever" per 5 edizioni. Produttore discografico di musica etnica (Petra Lavica e Le Vie dei Canti di Kaballà) seguira' negli anni come project manager Joe Barbieri, Fiumanò, Domenico Violi, Adolfo De Cecco. Ha prodotto il video " Come un albero piccolo" -documento filmato per la regia di Giuseppe Gagliardi dedicato ai Figli negati e al tema delle separazioni di coppia.
Attualmente fa parte del team di Radio SNJ,un network radiofonico multicanale sul Web dove fa'rivivere il "Gianni California show" ed il suo periodo indimenticabile nella musica west coast,blues,root etc.

Collegamenti esterni [modifica]
Scheda biografica
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_De_Berardinis"
Categorie: Biografie Disc jockey italiani Produttori discografici italiani [altre]
Categoria nascosta: BioBot

venerdì 21 settembre 2007

Sandro (Santino) De Berardinis

figlio di Alfredo De Berardinis

Massimo De Berardinis

figlio di Alfredo De Berardinis

Afredo De Berardinis

figlio di Santino De Berardinis

Maria Grazia Valsesia

è la figlia di Clementina De Berardinis e Bruno Valsesia.